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giovedì 4 agosto 2016
Una giornata di ferie, ferro e pollo fritto
Una moglie/mamma non conosce ferie, non sa neppure la differenza fra la domenica e il lunedì, perché ogni giorno dell’anno è comunque un giorno di lavoro, per un verso o per l’altro. Poi ci sono i giorni che una mamma/moglie se le va a cercare le rogne e allora… ad esempio ieri, bella giornata di sole, caldo, bimba al nido, marito al lavoro e soprattutto ferie, non ci si poteva rilassare? Ma no, certo che no, meglio fare la stacanovista un po’ masochista, di certo autolesionista! E allora? Prima cosa fondamentale prendi il ferro da stiro e dichiara guerra alla montagna di panni appoggiati sulla sedia dello stanzino, che stavano tanto bene là tranquilli. Due ore di sano stiraggio ti fanno meglio di una sauna finlandese, un bagno turco e una maschera per il viso. Fondamentale il vapore. Per poi accorgersi alla fine della fatica che il 90% di quella montagna erano tutte cose di tuo marito e tua figlia, come se te non ti lavassi e cambiassi mai; no non è esattamente così, è che noi donne tendiamo a non dare peso a qualche piega qua e là per il vestito, ma se tuo marito vede la camicia non perfettamente stirata, non se la mette! E non vale minacciarli che la prossima volta se la dovrà stirare da solo, tanto sarete sempre lì voi in un tet a tet col ferro, un amore vero. Si perché una donna che stira d’estate è un eroina, una che ha due palle così, coraggio da vendere, o semplicemente è matta da legare. Nel mio caso optetei per la seconda spiegazione.
Ma il meglio deve ancora venire ed arriva esattamente quando decidi di metterti ai fornelli e cucinare il pollo fritto stile fast food. Cosa che peggio di così sarebbe stato solo cucinare il minestrone. Ma non ne sono sicura. Praticamente ho cominciato a cucinare alle 11 e ho finito due ore dopo… che poi io detesto friggere tanto quanto stirare, anche se mangerei anche la soletta della scarpa fritta. Non c’è che dire, ne è quasi valsa la pena, quasi, erano eccezionali e la salsa barbecue è la morte loro, magari la prossima volta però vado a mangiarlo al ristorante, perché non credo che vorrò riprovare l’emozione, almeno non con questo caldo, ma un pezzo di paradiso me lo sono proprio guadagnata! ...e pure un buon caffè
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